Lo sviluppo creativo dei ragazzi non deve essere soffocato da modelli culturali che esigono un’unica interpretazione della realtà. Per giungere a ciò, si devono considerare i ragazzi come persone con pieni diritti, e quindi una propria modalità di sviluppo, e non come soggetti passivi da addestrare.
Per attuare questa strategia bisogna essere preparati a nuove possibilità di svolta e per questo si necessita di un’educazione mirata a “tirare fuori” dalla singola persona i bisogni espressivi soggiacenti.
Partendo da questi presupposti si possono studiare il viso, le sue simmetrie, la teoria dei colori e nello stesso tempo manipolare la creta e il gesso imparando dai propri errori.
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